L’arma distruttiva del Neocapitalismo – La crisi subprime e la reazione della vigilanza bancaria statale contro le proposte delle grandi banche rendono chiaro il fatto che un capitalismo, se privo di controllo statale, si neutralizza da solo. (Udo Reifner)

LA CRISI É STATA CAUSATA CONSAPEVOLMENTE

La Stampa riporta continuamente notizie riguardo le nuove istruttorie aperte, tra tutte quelle contro la Deutsche Bank, Goldman Sachs, Merrill Lynch o la banca californiana IndyMac negli USA. I notevoli danni che l’attuale crisi significa per i contribuenti tedeschi (20 miliardi di sole sovvenzioni statali per salvare le banche) o americani (5% d’inflazione, sovraindebitamento privato, perdita dell’abitazione cosí come di centinaia di miliardi di dollari), sono conseguenze delle attività illegali che sono state portate a tali dimensioni dalla crisi subprime, ai costi della comunità e per motivi di vantaggio personale.

Tutto è stato fatto consapevolemente per sviluppare ed aggravare la crisi: ”È la più grande ondata d’inchieste a Wall Street dai tempi dello scandalo fondi del 2003. Affermazioni mirate messe ad arte in circolazione, comunicazioni false rilasciate anonimamente, speculazioni in malafede o pure e semplici truffe: coloro che le hanno progettate non temono chiaramente nulla pur di causare miseria e trarne profitto. Nel cerchio degli indagati si trovano sia singoli – una sorta di commercianti senza scrupoli – così come rinomate banche d’investimenti.” scrive ”der Spiegel”.

Ora, non c’è nulla di nuovo che in una società criminali e affaristi senza scrupoli si arricchiscano a spese del prossimo e che nel frattempo banditi e razziatori danneggino costantemente il bene comune. La cosa nuova é tuttavia il fatto che il moderno capitalismo evidentemente crea e favorisce un sistema di arricchimento per i comportamenti criminali.

I NUOVI PRODOTTI FINANZIARI RICOMPENSANO I COMPORTAMENTI CRIMINOSI

Questi effetti sono evidenziati dagli organi statali di vigilanza finanziaria mentre il settore privato difende questo sistema di profitti per quanto riguarda i costi, la riduzione del rischio e gli incentivi e fa in modo di dover ”sopportarne” per sè solo i suoi effetti positivi e non i danni. Cosí l’Unione delle 65 banche mondiali IIF ha presentato delle norme di tutela in un catalogo forte di 200 pagine con il titolo ”Market Best Practices” che essenzialmente deve migliorare il processo ma non i prodotti.
Il capo della vigilanza finanziaria tedesca Zeitler ammonisce duramente sull’Handelsblatt del 18.7.2008 p.25, ”il comunicato non contiene alcuna proposta sul miglioramento della struttura incentivante delle garanzie (modello Originate-to-Distribute)… mancano anche prese di posizione sulla capitalizzazione di prodotti garantiti ad alto rischio e linie di liquidità a scopo per società.
Anche la vigilanza della borsa valori americana SEC sembra essere dell’opinione che le promesse di aiuto indipendente delle banche siano utili solo per loro stesse ma non per la società. Essa ha innanzitutto vietato determinate transazioni finanziarie, come le vendite allo scoperto, che altrimenti conterebbero come normalissimi affari; con ciò intende affrontare il problema alle radici. Diamo un’occhiata alle varie pratiche.

– VENDITE ALLO SCOPERTO E SHORTSELLING

Le vendite allo scoperto, le quali sono attualmente vietate (in via temporanea), funzionano di modo che una banca o un investitore vendono azioni, che tuttavia non possiedono affatto, limitandosi in realtà ad ”affittarle” presso un’altra banca in cambio di una tariffa. Se poi il corso delle azioni scende, allora ricomprano le azioni per un prezzo più basso di quello per cui hanno ricevuto le azioni, o dal compratore o da un terzo. Poichè le azioni effettivamente non vengono mosse, poichè vengono ricomprate, si concluderà solo l’affitto. Gli affittuari di azioni inoltre non devono consegnare nulla e hanno quindi preso l’abitudine di affittare le stesse azioni più volte. Alla fine tutti guadagnano se il prezzo delle azioni scende il più possible e il più velocemente possibile.

Naturalmente il prezzo potrebbe anche salire. Per questo tali iniziative non sono da consigliare agli outsider. La gran parte delle branche impegnate impiegano le loro approfondite conoscenze del mercato.

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FUTURES

Chi compra un future fa una scommessa sul fatto che in un momento futuro una merce o un servizio ottenga un certo prezzo. Il future, come per gli acquisti allo scoperto, può basarsi su un prezzo calante e quindi risolvere le difficoltà della valuta. Ma può anche, cosa miserabile, basarsi sul prezzo crescente di cereali e di catastrofi naturali o su interessi usurari relativamente a crediti ipotecari. In ogni caso l’investitore incassa la differenza tra il prezzo attuale e quello futuro. Questo tipo di trattative sarebbero molto gradite se avessero come fine uno sviluppo positivo, e sono invece così squallide quando significano la miseria altrui.

In questa maniera ha speculato con il proprio denaro il multimiliardario George Soros, che intanto si atteggia da rinnovatore del mondo, facendo conto sul fatto che la valuta della Thailandia e della Malesia crollasse rovinando la vita dei loro abitanti. Poichè questo non era così facile, ha deciso di ”dare una mano” ed ha iniettato nel mercato molta di questa valuta in breve tempo. Sarebbe come se si immettessero in un paese europeo improvvisamente 100 miliardi di €.
Riguardo al prezzo dei cereali tutto ciò porta al risultato che i grandi investitori, che non sono proprio privi di influenze, abbiano un interesse monetario affinchè i nutrimenti nel terzo mondo diventino inaccessibili. In questo modo possono guadagnare direttamente dal bisogno e hanno perciò un interesse concreto che questo stato di bisogno si mantenga.

FONDI HEDGE

Per mezzo di 9000 fondi hedge, tra i quali i venti più estesi dispongono di circa 500 miliardi di euro, specialisti per vendite allo scoperto e Futures sono entrati nel mercato, facendo sì che questi fondi abbiano tralasciato da molto tempo il loro compito originario, cioè il bilanciamento dei rischi, con l’obiettivo di ottenere le rendite da sogno che vengono promesse dalla produzione di rischi e dalla loro promozione. Si sono specializzati sulle perdite altrui e a buona ragione hanno guadagnato il nome di fondi vulture. Diversamente da sciacalli, avvoltoi e mosche non lucrano solo dalla rovina altrui ma producono anche ulteriore rovina affinchè possano lucrare ancora di più. Sono esattamente come un’impresa di soccorsi stradali che causa incidenti per avere più lavoro.

CREDITI SOFFERENTI E VENDITA DI CREDITI

Il prossimo gruppo sono i crediti usurari che conducono in situazioni di estremo bisogno coloro che hanno necessità di prendere credito. È ormai chiaro che in situazione di necessità il mutuatario firma qualsiasi cosa che gli si ponga davanti. In questo modo si può pretendere moltissimo dai loro debiti. Nel caso poi che il debitore fallisca, si tratta di una stupenda occasione per i fondi venture. Possono infatti comperare questi crediti per un prezzo ridicolo, perchè le banche che hanno concesso il credito non aspettano altro che rimuoverli dai loro libri contabili, di non dover più ridurre il loro capitale e di liberarsi dalla pesante burocrazia. Alla fine del processo aspettano affaristi senza scrupoli che si sono fatti un nome come sciacalli. In questo modo l’acquisto, lo sfruttamento e la rivendita di crediti sofferenti diventa un affare lucrativo.

Anche qui vale poi la regola che tanto più ci sono crediti sofferenti, tanto più questo tipo di affari sono redditizi. Insomma gli attori hanno un acceso interesse a spingere i debitori nel bisogno e aumentare così la richiesta.

CREDITI IN SITUAZIONE DI BISOGNO: PROVVIGIONI DI SCOPERTO, CREDITI CON CARTE DI CREDITO, PAYDAYLOANS

Possiamo osservare il fenomeno già ad un livello ancora più basso. Un cliente di una banca, che si ritrova con uno scoperto nel conto e che quindi a causa dello stato di bisogno deve oltrepassare i limiti, paga un buon 5% di interessi in più, senza che questi trovino una giustificazione in maggiori spese della banca. La banca approfitta del suo bisogno e ha un interesse concreto che il maggior numero di titolari di conto non riescano più a ritornare entro i limiti di scoperto. Perciò con i crediti da carte di credito o, così come accade in Inghilterra con crediti a breve termine per le spese giornaliere (payday loans), gli interessi sono spesso molto alti, perchè i clienti non possono più ricevere credito ordinario. Per questo tipo di speculazioni va quindi tanto meglio, se la situazione economica dei clienti peggiora e se vengono discriminati.

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L’USURA HA ANCHE DEI LATI POSITIVI – SE É QUALCOSA DI NECESSARIO
Questo è ora però solo un lato della medaglia. Prezzi usurari e profitti sono causati dall’accollo di fattori di rischio. Il perchè certe persone si accollino il rischio altrui è spesso poco importante, ciò che conta é che lo facciano. Questo sistema può funzionare in maniera brillante, nel caso in cui:
– Persone sovraindebitate, nonostante il rifiuto in un sistema normale, ricevano ancora il credito necessario
– investimenti e risanamenti vengano fatti, nonostante ci sia la minaccia di perdite
– ci si assumano e si ammortizzino rischi che altrimenti nessuno prenderebbe
– capitale fluisca dove altrimenti non arriverebbe

La sete di guadagno crea, cosí come lo abbiamo imparato da Adam Smith, qualcosa di buono, poichè l’interesse personale sotto condizioni di concorrenza promuove il bene comune.

Svalutazione, aumento dei prezzi, svalorizzazione delle azioni non devono piú essere sopportate solo da coloro che devono aspettarsi tali rischi dalla dazione di credito, nel commercio e nella produzione cosí come dal consumo. Con ció non verranno più intimoriti dal tentare di fare qualcosa per salvare la situazione, diversamente dalla situazione in cui siano costretti a trattare secondo il principio tutto o niente. Se ad esempio perdono un intero incarico quando subentrano dei momenti negativi, per loro allora è la fine. Una tale conseguenza é insensata. Non dovremmo punire l’iniziativa imprenditoriale. A cosa porta tutto ciò, lo vediamo in Germania e in Francia per le piccole e grandi imprese. Queste imprese, di cui cosí urgentemente abbiamo bisogno a causa delle riduzioni di posti di lavoro nella grande industria, si ritrovano in situazioni di insolvenza, perché le banche rifiutano di accollarsi i loro rischi. Molto meglio è quindi se i finanziatori possono dividere con molti altri tali rischi che insorgono dai crediti sofferenti. In piú devono poter ricavare naturalmente da ciò anche un certo profitto.

SPARTIZIONE DEL RISCHIO – RISK SHARING – IL PRINCIPIO DI ASSICURAZIONE COME MOTORE DELLO SVILUPPO

Le assicurazioni furono sviluppate dapprima al fine di spartire nella societá i rischi di determinate imprese o situazioni. In questo sistema, tutti quelli che potenzialmente ne sono riguardati, pagano dei premi in una cassa comune, e quando il rischio poi si concretizza su un singolo, questi può ottenere un risarcimento da questa cassa comune. Poiché ogni concretizzazione del fattore rischio riduce la cassa comune la quale poi pretende un premio più elevato, tutti finiscono per esserne danneggiati. Perció gli assicuratori, come ad esempio gli assicuratori contro le malattie, hanno un interesse concreto, che il meno possibile di persone contragga una malattia, e allo stesso modo gli assicuratori contro i furti di biciclette supporteranno il sistema che riduce i furti e gli assicurati si occuperanno di prevenire da sè l’insorgere di situazioni di rischio.

Il sistema ha solo effetti positivi. Diversamente che tra Futures, opzioni, vendite allo scoperto, nessun assicuratore si rallegra quando aumentano i danni di una tempesta o si verificano delle inondazioni. Il modello dell’assicurazione é quindi il pensiero giusto che il capitalismo ha portato, per preparare di più al rischio e quindi promuovere di piú impresa e ricchezza. Solo così possono nascere nuove idee.

L’INDIVIDUALISMO NON FAVORISCE SOLUZIONI ASSICURATIVE

Le persone oggi però contraggono assicurazioni solo se ne prevedono un utile individuale nella stessa grandezza di quello del vicino che paga lo stesso premio. L’assicurazione sociale è un buon esempio. Così sarebbe una perfetta situazione di solidarietà sociale. Tuttavia la paura di stare pagando soprattutto a vantaggi di altri, l’ha riportata da molto tempo ad un sistema di risparmio individuale. Da qui è logico che gradualmente venga sostituita dalla prevenzione privata, che vende alle persone contratti di risparmio con l’illusione che possano provvedere autonomamente alla loro vecchiaia, mentre in realtá esercitano una rinuncia dei consumi in favore dell’anzianità, nella speranza che un giorno i giovani lo facciano per loro.

Gli uomini non vogliono più venire incontro ai costi della gravidanza delle donne, la popolazione delle campagne per gli incidenti delle cittá, gli stati ricchi per quelli poveri. Tutti sentono l’odore di una truffa. La tranquillità feudale delle comunitá, nelle quali la sfiducia era vietata, é arretrata di fronte al pensiero liberalistico dell’ ”uno contro tutti”. Dobbiamo passare oltre questa fase. Nessuna via ci permette di aggirarla. Solo il perfetto egoista riconosce che, pensando in maniera lungimirante, per lui andrà meglio se si occupa anche degli altri. L’uomo non vive da solo e l’egoismo è un fattore produttivo ma anche, come storia insegna, un’illusione a breve termine.

Ci ritroviamo oggi esclusivamente con soluzioni assicurative dove i rischi non sono tassabili e controllabili individualmente. Furto, morte, tempeste, incendi – qui funziona il principio solidale ancora come nelle comunitá feudali del XIX secolo. Per la malattia e soprattutto la povertá c’è così tanta sfiducia che si abbandonano le assicurazioni a favore di investimenti rischiosi. Rompiano con ciò una millenaria tradizione, nella quale apparteneva alle basi della socialità dell’uomo il non approfittare del bisogno degli altri. Tutte le religioni obbligano ad aiutare i poveri. L’incasso degli interessi, che nella societá agraria era pensabile solo come sfruttamento della mancanza di capitale, è stato bollata in tutte le religioni (anche le mosaiche) come usura oppure si pretendeva periodicamente una liberazione dai debiti (anno di esenzione). Se al vicino va male, allora dovresti essere tu ad aiutarlo. Il popolo Amish in Pennsylvania ritiene addirittura le assicurazioni qualcosa di negativo perchè apparentemente tolgono all’uomo la necessità di essere aiutato, nonostante essi vogliano che questa necessità sia organizzata razionalmente. Il modello assicurativo, che Karl Marx riteneva come un modello socialista, è nella realtà un residuo della società feudale, così come il capitalismo lo ha integrato. Al giorno d’oggi solo sotto precise condizione può ancora essere la risposta alla dispersione del rischio. L’investimento rischioso e il credito rischioso lo hanno sostituito.

DIVIETO DI FARE DEL RISCHIO UN AFFARE – RITORNO AL PRINCIPIO DI ASSICURAZIONE?

Ci sono oggi molti uomini che vorrebbero ritornare ai vecchi modelli di assicurazione e vietare tutti gli affari sul rischio secondo i quali l’egoismo promuove il bene comune.
Questa opinione è appoggiata dalla chiesa e soprattutto dal papa, da rappresentanti dei sindacati o della sinistra cosí come della destra.
Bisogna ammettere a riguardo di tali considerazioni che, con le attuali condizioni, la sostituzione della prevenzione del rischio tramite il modello assicurativo con un modello di profitto degli investimenti ha creato enormi ricavi da affari criminosi, sfruttamento altrui, forbici sociali, corruzione e infine impoverimento di parti della popolazione, nazioni ed etnie, tanto che appare evidente che non ci possiamo permettere un tale sistema. Il naufragio della politica riguardo il cambiamento del clima, dove la produzione di CO2 è calata drasticamente ma contemporaneamente la benzina dovrebbe ritornare conveniente, direttamente e tramite sovvenzioni, rende chiaro l’harakiri del pensiero del profitto.

La massa delle risposte apparenti diviene ancora piú grande e impegna sopratutto la politica. Come risposta ad usura ed esclusioni vengono previsti i sistemi di credito sociali del Microlending. Lo sfruttamento dello stato di bisogno attraverso l’usura viene combattuto con l’offensiva della formazione finanziaria. Allo sfrenato guadagno sul danno viene contrapposta la morale del Corporate Social Responsibility e le procure devono frenare il capitalismo nelle sue espressioni della criminalitá insider. I missionari del neo-liberalismo sono oggi ovunque con maschere di socialità, per dimostrare che la loro comunità religiosa non ha veramente l’intenzione di far crollare il mondo attraverso profitti, ma contemporaneamente vorrebbero accelerare il sistema di profitti con i loro inni di globalizzazione e le lodi del mercato interno.

IL CAMBIAMENTO GRADUALE TRAMITE IL SISTEMA DI RAGGIUNGIMENTO DEI PROFITTI

La risposta è dialettica. Tutti hanno ragione e tutti hanno torto. „Problema riconosciuto, pericolo evitato” sostiene la saggezza popolare. Noi tutti necessitiamo ancora oggi degli affari a rischio, necessitiamo di un mercato dei capitali nel quale i rischi degli investimenti possano essere ammortizzati. Nient’altro sono gli impenetrabili „titoli strutturali”. L’idea dell’hedging è giusta e superiore a quella delle assicurazioni. Dobbiamo lasciare uno spazio di gioco e crearlo, per possibilitare una ammortizzazione del rischio all’insegna dell’egoismo.
Dobbiamo però anche chiederci perchè questo tipo di affari e i politici che li sostengono attirino cosí tanti dei piú stupidi, privi di cultura e arroganti ignoranti cosa che contemporaneamente necessita di mantenere in aggiunta una intera stalla di artisti per poterli sopportare. Parlano di fondi come di una morosa, guadagno è per loro felicità, il profitto è erotico, il capitale è come arte e il mercato una questione di fede. Mercato e potere, soldi e fede, profitto e sicurezza stanno assieme come militare, missionario e vivandiere al tempo del colonialismo.

UNA RISPOSTA È LA RISCOPERTA DEL LIMITE USURARIO

Il problema non è la circostanza che io dal bisogno degli altri tragga un guadagno, bensì che io guadagni solo se l’altro è in una situazione di bisogno. In ogni stato di bisogno si deve assicurare uno standard minimo da parte dello Stato, come la liberazione dei debiti, l’accollo del rischio e limiti allo sfruttamento. Stipendi minimi, affitti limitati, limiti massimi per gli interessi sono regole del gioco che impediscono che sia ovvia l’idea dell’egoismo e che esso si trasformi da mezzo a scopo.
Devono essere imposte regole che impediscano che crediti sofferenti possano essere prodotti in maniera consapevole.

– I costi sociali conseguenti alla chiusura e al trasferimento di aziende devono essere pareggiati e collegati con i profitti.
– L’economia deve prendersi la responsabilitá regionale attraverso patrocini commissionati pubblicamente (Pensiero del Community Reinvestment)
– La possibilitá di creare lavoro sensato che assicuri il mantenimento, e si deve tendere all’ottenimento di nuovi posti di lavoro come sempre fatto.
– Le conseguenze sociali, sanitarie ed ecologiche dell’utilizzo consapevole di beni di consumo, prodotti e servizi (sigarette, fastfood, auto, scommesse…) deve essere calcolato nei costi di produzione.

I servizi finanziari sono la forma adatta, nella quale la responsabilità dell’economia può essere incamerata. A tal fine devono essere impostati responsabilmente, cosí come i sette principi della concessione di credito responsabili dell’ECRC rendono chiaro. Inoltre possono essere impostati affinchè il loro potenziale di accollamento di rischi abbia il fine di evitarli invece che di farli subentrare. Investimenti, il cui profitto piú grande si ottiene dal danno altrui piuttosto che dal loro bene, devono in particolare essere gravati da costi e con imposte. Infine riguarda anche il problema di risolvere la contraddizione della concorrenza che trae profitto dalle perdite altrui.

Che riguardo al raggiungimento di tali obiettivi possiamo ben poco affidarci all’aiuto delle grandi banche internazionali, ce lo mostra il catalogo delle best practices dell’IIF.